Filippo era un giovane organizzatore, un allenatore e un punto di riferimento dei Bandierai degli Uffizi, gli sbandieratori Ufficiali del Comune di Firenze e del Calcio Storico Fiorentino. Ci ha lasciato il 14 ottobre 2014 a soli 41 anni.
Tutto il mondo del Calcio Storico, della Città di Firenze e tutti i suoi amici, durante le esequie di giovedì 16 ottobre 2014, nella Chiesa di Santa Trìnita a Firenze, lo hanno omaggiato commossi come un grande Fiorentino, da tutti amato e conosciuto per il suo attaccamento alla Famiglia, alla sua Bottega Storica di Coltelleria, ma anche per l’opera di Volontariato Sociale che faceva alla Fratellanza Militare e per il grande impegno profuso verso gli altri, sempre pronto a dare una mano.
Filippo, all’interno del gruppo lo hanno conosciuto tutti. Lo hanno conosciuto in particolare i ragazzi giovani, sia quelli che hanno iniziato a sbandierare e poi dopo pochi allenamenti hanno abbandonato l’attività, che gli altri che sono ancora qui con noi e che hanno la forza di resistere in questo gruppo molto originale e, diciamolo, anche un po’ fuori dal comune.
Filippo, che allenava i più giovani, aveva un ruolo molto importante; li accoglieva, li squadrava, li analizzava, coglieva di loro tutti gli strani atteggiamenti, gli faceva compilare la scheda di adesione al Calcio Storico spiegando il significato di appartenenza ad una grande famiglia e subito gli metteva anche un soprannome.
Come allenatore era evidente a tutti una sua caratteristica particolare, la grande pazienza che aveva nell’insegnamento del “maneggio della bandiera”; con il suo modo calmo e sereno e la sua maniera diretta e decisa, infondeva nei ragazzi la giusta dose di tranquillità e li metteva a loro agio.
Al momento giusto, prima di Pasqua, sceglieva il costume azzurro o rosso da assegnare ad ognuno di loro. Lo faceva a seconda della caratteristica del nuovo bandieraio e questo era per lui motivo di orgoglio, naturalmente i “Blu” erano sempre i migliori.
I suoi 24 anni di appartenenza al gruppo e le oltre 600 esibizioni dicono quanto forte sia stato il suo impegno, non tralascio di ricordare che se 600 esibizioni sembrano tante, altrettanto numerose sono le oltre 5000 ore dedicate agli allenamenti (è una stima naturalmente, saranno sicuramente di più).
Filippo era una persona vera, un uomo che nella sua capacità ironica di prendere tutto apparentemente alla leggera, portava dentro di se un bagaglio d’esperienza dovuto al suo mestiere di artigiano e commerciante di straordinaria concretezza, una caratteristica probabilmente ereditata dal suo nonno e dal suo babbo Gianfranco.
La sua acuta intelligenza lo aiutava nella mediazione relazionale con le persone, trovava sempre il modo giusto per riuscire a risolvere alcuni problemi e sapeva esprimere la motivazione in modo davvero convincente. Quante volte ci descriveva un’uscita di esibizione degli sbandieratori per la Sagra della ficattola come se fosse il Matrimonio della Regina Elisabetta per farci dare la disponibilità a partecipare.
In tutti i momenti della giornata riusciva sempre a trovare il modo di farci ridere e spesso anche stupire sulle storie che raccontava, i suoi gesti simbolici e le sue affermazioni improvvise ci facevano spesso restare nel dubbio se fosse stato uno scherzo o se parlava sul serio; era proprio questa la sua forza, il suo grande carisma, che lo portava ad essere tanto amato e tanto amico di tutti noi.
Quando lo andavi a trovare in bottega subito ti diceva:
“Oh Giova icché tu ci fai da queste parti?”.
Lo sapeva benissimo che quando si andava li, in via della Spada, era perché volevamo andarlo a trovare, per passare due chiacchiere insieme ad un Amico e se possibile offrirgli un caffè, che regolarmente però, pagava lui.
“Io da Giacosa ci vo’ con lo spolverino, mica mi vergogno sai”.
Sono tantissimi gli episodi di Filippo che mi faranno compagnia nelle nostre prossime giornate insieme. Saranno tantissime le situazioni che rivivrò ricordando le sue battute, la sua ironia e la sua simpatia; ogni volta che chiamerò qualcuno con il proprio soprannome o quando ricorderò un’assurdità inventata da Pippo, la sua immagine mi verrà in mente, la sua voce risuonerà nelle mie orecchie, come quella di uno di famiglia.
Le nostre esibizioni e i nostri allenamenti tra qualche giorno riprenderanno e io sentirò, davvero forte, la sua mancanza.
In questi giorni, anche tramite i social network, si è percepito un forte attaccamento da parte di tutti nei confronti di Filippo e vi dirò di più, a me pare che queste forti emozioni ci hanno legato ancora di più l’uno con l’altro.
Io credo che Filippo era, è, e resterà per sempre, un nostro carissimo amico e compagno di viaggio, uno che nella sua purtroppo breve vita ha seminato bene. Lo dimostra l’affetto di tutti coloro che gli vogliono bene e che si sono stretti intorno a lui e alla sua famiglia. Io penso di poter dire che tutti loro, che la famiglia di Pippo, potrà contare sul mio aiuto, ma sicuramente vorrei dire, sull’aiuto di tutti noi.
La sua Magistratura era i Maestri di Dogana, la portava sul petto con onore ed orgoglio, riscuotere le Gabelle era una caratteristica che gli si addiceva proprio. Io ti dico: – Filippo, porta con Te la tua Torre, e insieme a quella di Leonardo, comincia a costruire lassù, il grande Castello dei Bandierai degli Uffizi! –
Io ringrazio pubblicamente Lorenzo Acuti, per avermi fatto conoscere questo gruppo meravigliosamente umano e solidale. Ringrazio ancora una volta tutti voi, Capitano, Gonfalone, Bandierai, Tamburini, bambini e genitori e tutti gli amici, uno ad uno, per avermi fatto conoscere un vero amico, Filippo Galli!
Pippo, anche per me sarai sempre Tu “il meglio in campo”!